Alberto Di Risio
nato a Casalbordino (Chieti – Italia) il 9 marzo 1921, all’età di 97 anni dipingeva ancora, fino alla scomparsa, sopraggiunta a Rovereto (Trento) il 26 novembre 2018
Pittore figurativo verista, disegnatore, scenografo e poeta. Dimostrando un precoce talento e una naturale predisposizione soprattutto per il disegno fin dall’infanzia, inizia a dipingere a 11 anni, continuando poi a dedicarsi all’arte e a studiare: i suoi maestri sono stati i musei, i libri e la natura.
Nel 1941 inizia ad esporre in pubblico allestendo mostre personali con vivo e crescente successo. Dopo la seconda guerra mondiale, alla quale partecipa come ufficiale di artiglieria, insegna disegno e pittura a decine di giovani.
Si dedica inoltre alla scenografia: le scene e i fondali da lui dipinti al Teatro Marrucino di Chieti (Lago di Como col Resegone, Venezia sotto la luna, Piazza Santa Croce a Firenze, Valle del Pescara e Gran Sasso al tramonto, ecc.) sono veri e propri quadri, tanto che, sia per i colori e sia per la felice prospettiva aerea e lineare, all’apertura del sipario, ad ogni rappresentazione, ad ogni atto, il pubblico, entusiasta, applaude e chiama l’autore sul palcoscenico.
Di quelle commedie musicali, rappresentate negli anni del dopoguerra, è anche autore e regista.
Nel 1949 pubblica il volume “Versi giovanili”.
Per una ventina d’anni è collaboratore artistico, disegnatore e caricaturista dei quotidiani della capitale “Il Tempo”, “Il Messaggero di Roma”, “Il Momento”, “L’Eco di Roma”.
Spazia con versatilità in tutti i campi della pittura, con visione realistica e padronanza di tecnica, dai paesaggi alle nature morte, dai ritratti alle scene sacre, dipingendo ad olio, acquerello, tempera e pastello.
Ha sempre studiato e continua a studiare la tecnica coloristica dei grandi Maestri del passato, sempre ammirando i valori consacrati dalla classicità, si ispira alla natura, che ama profondamente, che dipinge dal vero e di cui esalta l’incantevole armonia, la magica e mutevole luce, la suggestiva e poetica bellezza, il fascino e lo splendore dei colori, gli azzurri e indistinti spazi lontani.
E’ il pittore dallo squisito senso della luce, delle ombre e dei riflessi, che alla solida preparazione di base unisce uno spiccato gusto per il bello, che lo induce ad esprimere immagini delicate e composte, soffuse di fascinoso lirismo, rispettando l’anatomia umana e degli animali, curando l’armonica collocazione delle figure, la finitezza dei particolari, l’equilibrio delle masse e dei volumi, la vivezza cromatica, il movimento e la prospettiva.
E’ il pittore poeta e sognatore, assetato di bellezze e di armonie. E’ l’artista degli effetti sorprendenti di luce, delle trasparenze delicate dei riflessi sull’acqua, dei mesti tramonti, delle fulgide aurore, allorquando, negli incantati silenzi della natura ammantata di rugiada e ancora assopita, i mille magici pennelli del sole dipingono di luce e di caldi colori tutto il Creato, donando al paesaggio un senso di infinita dolcezza. E’ il pittore di Madonne e di svolazzanti angioletti.
da “Il Messaggero” di Roma del 20 dicembre 1937
Alberto Di Risio
“Artista di raffinata sensibilità, saldissime doti tecniche, rispetta il Vero e si riallaccia alla migliore tradizione dell’Ottocento, pur essendo assolutamente attuale, personale e inconfondibile.”
Prof. di Storia dell’Arte Francesco Verlengia
da “Il Messaggero” di Roma del 6 marzo 1938
Alberto Di Risio
giovane pittore verista
Alberto Di Risio è uno studioso amante della Pittura e della Natura, un ispirato che si è formato sugli antichi volumi del ‘500, sulla tecnica coloristica. Egli dice che, dopo la Bibbia, il più importante libro sia il “Trattato della Pittura” di Leonardo da Vinci, che studia e consulta ogni giorno, da ragazzo.
Le sue opere, la sua originalità, il suo valore artistico, dimostrano essere un pittore vero e autentico, malgrado la sua giovane età. A 12 anni, già dipingeva ottimi paesaggi, rispettando la prospettiva aerea, l’armonia dei colori, il disegno e le proporzioni; già disegnava magistralmente, con pennino Perry n. 25 ex-fine London e inchiostro nero di china, i ritratti di tutti i generali che combattevano in Etiopia, guardando le foto sui giornali: De Bono, Pietro Badoglio, Graziani, il Duca di Bergamo, ecc. Così disegnò “La Vendemmia”, con numerosi contadini al lavoro: un quadro autentico dal Vero, che ricorda i disegni e il tratteggio inclinato e parallelo del ‘500.
Egli non appartiene a nessuna scuola, ma segue, con talento, il suo gusto personale di artista inimitabile. Il suo stile è inimitabile, ma non può negarsi che c’è, in fondo, il tocco armonioso del grande e famoso Francesco Paolo Michetti, la linea robusta del Palazzi, e la severità cruda del Patini, che sono i sommi Maestri del nostro Abruzzo.
I suoi paesaggi gareggiano col Vero della Natura e sono pieni di luce, per il giusto dosaggio delle ombre di colori freddi, se la luce è di colore caldo. I suoi ritratti ad olio, dal vero, rispettano tutti i particolari, le proporzioni, i colori, ed esprimono bene il carattere, l’atteggiamento e i sentimenti del personaggio che posa.
“Messa di Natale”, un quadro ricco di poesia, richiama il rito annuale delle nostre chiese, ove i fedeli sono raccolti sotto l’ampia navata a crociera, in attesa della nascita simbolica di Gesù. “Sereno mattino invernale” mette un brivido alle ossa dinanzi allo sfondo nevoso della montagna, con gli alberi frastagliati di gelo; “Passeggiata serale”, con tre ragazze, ha i veri colori della notte, “con la luna”, come “La luna sul mare, con barca a vela da pesca”. Sono molto interessanti, anche perché l’artista si distingue nei minimi particolari che danno prova di un’esecuzione perfetta, “Zampognaro che suona”, davanti all’albero di Natale; “Pallido tramonto sul Garda” e “Lago di Garda – Punta San Vigilio” che sembrano due miniature di straordinario effetto, nella calma e nel colore del lago, nella scia del vaporetto e nella villa che si adagia sulla sponda, con riflessi sull’acqua; “Donna sorridente, con un cappellaccio”; “Ritratto di Araba”; “Capretti al pascolo”, tutti dipinti dal vero, ad olio, perché Di Risio ama dipingere e disegnare dal Vero: ritratti, paesaggi, figure,nature morte, Madonne e angioletti svolazzanti.
Il valoroso artista già conta numerosi successi in mostre nazionali. E’ una marcia che continua vittoriosa, velocemente, e porterà il Di Risio a mete lontane, per raggiungere i fastigi della fama che non potrà mancargli. Ha appena 17 anni, che compie fra tre giorni, 9 marzo. Auguri, Alberto.
Teodorico Marino
Dal Volume
“Artisti Viventi d’Italia” Edizione Maggiore – Napoli – 1955
pagg. 197 – 198 -199 – 200
Alberto Di Risio
Professore di Disegno e Pittura, è nato a Casalbordino (Chieti) il 9 marzo 1921 e risiede a Chieti, in via Leonardo da Vinci, 41, dove lavora in un grande studio luminosissimo, con stupenda veduta su cento chilometri degli Appennini, con il Gran Sasso d’Italia e la Maiella, e, dal lato opposto, il Mare Adriatico, a soli 11 chilometri. Lo studio domina la stupenda Valle del Pescara, con tramonti meravigliosi sul Gran Sasso: tramonti dipinti decine di volte dal Di Risio anche in scenografia, al Teatro Marrucino di Chieti, su fondali di tela di m. 13 x 8 (fondali applauditissimi dal pubblico, che chiamava il pittore sul palcoscenico, con la recita che si bloccava).
Di Risio, pittore di rara sensibilità, dal gusto raffinato e dall’animo profondamente romantico. Ama dipingere il Vero, e si è portato, dentro lo studio, cento chilometri di Natura: monti, colli, valle, fiumi e mare.
Studiando seriamente la tecnica coloristica del Cinquecento, pur rimanendo solidamente attaccato all’Arte tradizionale, che costantemente lo illumina, si è formato una pittura “sua” dallo stile inconfondibile, dal respiro né antico né moderno, perché la sua Arte è una fiamma eterna di fede che brilla nel tempo, è l’espressione sublime dello spirito che non è mai troppo giovane, né troppo vecchio, perché immortale. Amante appassionato della natura, ne descrive i palpiti più segreti e ne illustra gli aspetti con potenza espressiva, armonia di tinte, giuochi d’ombre, sprazzi di luce.
Criticando una delle numerose esposizioni che il pittore ha allestito, sempre con vivo successo, in varie regioni d’Italia, la nota scrittrice Maria Tommasi lo definiva “Il poeta della serenità”, così esprimendosi, nel 1949:
“Ogni suo lavoro è una serena visione della vita. In ogni lavoro una preghiera, in ogni preghiera un colloquio tra lo spirito e la materia. Egli parla al creato e il creato gli risponde con un sorriso tenero come il trifoglio a primavera, tenue come l’ultima nube che sfiocca lì, dove il sole discende in una cortina vaporosa di morbide tinte. Nella sua pittura è viva e sentita l’ansia non mai tragica, non mai amara, se pur a volte nostalgica, sempre idilliaca, profondamente umana di cogliere la dolcezza del creato, nel suo respiro più tenue, più vero. Non chiediamogli bufere, tenebrori, conflitti, angosce: egli ci trasformerebbe l’inferno in un quieto dolore. Paesaggi e tramonti, contadini al lavoro, miti animali e tanto morbido verde e profili lontani, cristallini di monti e cieli soffusi di chiare armonie e timide anime sbocciate, magnifico serto della trionfante primavera, l’umanità espressa, in un lieve abbandono vivente ancora nel misticismo contemplativo d’una Madonna rapita nel miracolo della Sua maternità, tutto a noi parla con l’armonia di una poesia”.
I quadri che hanno maggiormente incontrato il favore della critica, anche in mostre nazionali, sono: “Pallido tramonto sul Garda”, ” Ritorno all’ovile”, “Passeggiata serale”, “Autoritratto”, “Capriccio di primavera”, “Cari ricordi”, “Lago Maggiore”, “Madonnina”, “Nebbia nella Valle del Pescara”, “Ritratto di Araba”, “La Maielletta”, “Luci e Cuori”, “Messa di Natale”, “I Faraglioni”, “Ricordi di guerra”.
Oltre ad essere pittore, Di Risio è anche eccellente scenografo, regista, caricaturista, poeta e autore di applaudite commedie musicali. Al Teatro Marrucino di Chieti hanno avuto vivo successo 10 fondali di m. 13×8, veri quadri a tempera di paesaggi e vedute: “Il Lago di Como”, “Valle del fiume Pescara e Gran Sasso al tramonto”, “L’inferno”, “San Francisco”, “Le Isole Hawaii”, “Roma veduta dal Pincio”, “Firenze-Piazza S.Croce con la neve”, “Palazzo Indiano”, “Deserto”, “Venezia, la laguna con la luna”.